Seminario nel Parco di Collodi organizzato dalla Società della Salute. Tanti gli interventi di rappresentanti delle istituzioni, della scuola, delle cooperative sociali, delle famiglie e degli altri soggetti coinvolti. Le conclusioni dei professori Andrea Salvini e Dario Ianes
COLLODI 02.07.2025 – La complessità (e le risposte adeguate da dare alla complessità) è stata al centro del seminario “La Comunità Educante in Valdinievole”, organizzato dalla Società della Salute e svoltosi ieri pomeriggio nel Parco di Pinocchio, a Collodi. E infatti il termine complessità è risuonato più volte nel corso dei numerosi interventi perché le azioni che servono per ottenere risultati non sono facili e scontate e presuppongono una rete di relazioni e sinergie forti per potersi realizzare. Per questo sono stati tanti i soggetti coinvolti fino ad oggi nel progetto, non solo gli oltre 50 operatori del Terzo settore che animano le attività socio-educative del pomeriggio nelle scuole, con la partecipazione di oltre 500 bambini e bambine, ma anche Enti locali, famiglie, Fondazione delle Comunità Pistoiesi, Anci Federsanità toscana e altre realtà del territorio. Il seminario è servito a fare un primo bilancio a due anni dall’avvio di questo percorso innovativo, che ha come scopo preciso la salute e il benessere delle giovani generazioni e che per ottenerlo supera la visione tradizionale della scuola come semplice luogo dove si acquisiscono nozioni, per permettere alla scuola stessa di essere comunità educante, un ambiente dinamico dove si sviluppano competenze, si alimentano relazioni e si aiutano i bambini e le bambine a costruire la propria personalità.
L’incontro, introdotto dagli interventi della Presidente della Società della Salute della Valdinievole Simona De Caro, di Cristina Pantera, Vice Presidente della Fondazione Caript, e di Ilaria Baroni, Dirigente dell’Ufficio Scolastico di Pistoia e Prato, e coordinato dal Direttore della Sds, Stefano Lomi, è stato un’occasione davvero unica per ricomporre le tante tessere del mosaico “Comunità educate”. Un progetto nato nel 2023, come ha sottolineato lo stesso Direttore Lomi “per contrastare la povertà educativa con lo strumento della co-progettazione e la valorizzazione delle reti sociali e dei percorsi di inclusione. La sfida è ricollocare la comunità al centro degli interessi generali e tenere insieme individuo e comunità. In questo le scuole del territorio hanno dimostrato grande impegno e visione, mettendosi in gioco e aprendo le porte alla comunità”.
Tanti gli spunti nelle oltre due ore di dibattito che ha visto alternarsi operatori e dirigenti scolastici, assistenti sociali, psicologi, educatrici e rappresentanti delle cooperative sociali, dei Comuni e della SdS, dei servizi di salute mentale infanzia, adolescenza e adulti, dei genitori. La sintesi che se ne può trarre è che la comunità locale non deve lasciare da sola la scuola, che le sinergie fra soggetti diversi sono fondamentali, che servono sempre più risorse economiche – fino ad oggi le hanno garantite i Comuni, la SdS, la Fondazione Caript e le stesse famiglie – perché complessità e sostenibilità possano andare di pari passo. Ed è necessario non considerare più questo come un semplice progetto bensì un percorso da continuare nel tempo. Come ha detto infatti in chiusura Andrea Salvini, professore ordinario di Sociologia Generale presso il Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università di Pisa, “i progetti in Italia durano sempre tre anni ma tre anni servono solo per iniziare”. Salvini, chiamato a tirare le conclusioni finali insieme a Dario Ianes, professore ordinario di Pedagogia dell’inclusione alla Facoltà di Scienze della Formazione della Università di Bolzano e cofondatore del Centro studi e ricerche Erickson di Trento, si è congratulato per il lavoro svolto con la “Comunità Educante” in Valdinievole. “Questa è per me una boccata d’ossigeno, sono stupito in positivo dell’uso del termine comunità, assente ormai da tanti contesti – ha sottolineato Salvini -. E bene fate a considerare importante il concetto di rete, concreta, fatta di interconnessioni. L’idea di comunità deriva proprio da come si costruisce la rete”.
Tre, infine, i punti sottolineati nelle conclusioni da Dario Ianes. L’inclusione – “che è sempre più a rischio ad ogni livello, considerati i modelli che si stanno affermando” – il “cambio di paradigma ovvero chi ha competenze tecniche deve trasmetterle al contesto nel quale opera” e la “responsabilizzazione dei ragazzi, che sono materia di questo progetto ma che devono essere pienamente coinvolti e diventare attori protagonisti”.
“Sono davvero molto felice dell’esito del seminario di studio realizzato nella bellissima sede del Parco di Pinocchio a Collodi – dice la Presidente della SdS Simona De Caro – e ringrazio per questo la disponibilità della Fondazione Collodi. E’ stato un pomeriggio molto interessante nel quale i protagonisti della comunità educante hanno potuto raccontare la propria esperienza diretta e, con l’aiuto degli illustri ospiti, abbiamo provato a ridefinire i contorni della nostra azione educativa, sociale e culturale, conclude De Caro”.